Professione data manager

Cosa fa esattamente un data manager? E qual è l'importanza di questa professione per la ricerca e la cura dei malati?
Ve lo spiega Marco Marino, uno dei professionisti di FROM che affiancano i Medici dell’Ospedale nella ricerca clinica.
Napoletano con una laurea in biotecnologie, dal 2011 è data manager e study coordinator nell'Unità Operativa di Cardiologia del Papa Giovanni di Bergamo.

Come si è avvicinato a questo mondo?
Mi sono laureato in biotecnologie a Napoli. Non conoscevo il mondo della ricerca. Pochi mesi dopo la laurea, un amico mi ha parlato di un bando sulla ricerca clinica dell’ANMCO. Ho partecipato e il colloquio è andato bene. Grazie ad una borsa di due anni ho iniziato a lavorare all’Ospedale San Bartolomeo di Sarzana, in Liguria, come clinical trial coordinator. È stata un’esperienza fondamentale, durante la quale ho avuto la fortuna di iniziare per gradi: uno studio clinico su un solo paziente, in un piccolo ospedale.
Poi, nel 2011, sono arrivato al Papa Giovanni di Bergamo, anche qui grazie ad una borsa di studio. Il dottor Michele Senni, direttore della Cardiologia, cercava una figura che potesse ricoprire questo ruolo. Dopo cinque anni, nel 2016, sono stato assunto a tempo indeterminato da FROM. E questo ritengo sia un traguardo importante, sia come riconoscimento del valore della mia figura professionale, che come stabilizzazione economica.

In cosa consiste il suo lavoro?
Coordino i trials clinici in Cardiologia. Come data manager, insieme ai miei colleghi, mi occupo di tutto ciò che concerne gli aspetti non medici della ricerca clinica: assisto il Medico, coordino le visite, curo la parte amministrativa, inserisco e gestisco i dati e garantisco la loro accuratezza. In questi anni mi sono occupato di ricerca clinica no profit e profit, collaborando in questo caso con Aziende farmaceutiche, principalmente in studi di Fase II e Fase III.

Quali sono gli studi più importanti a cui ha lavorato?
Lo studio multicentrico PARADI-GM-HF (Novartis, CLCZ696B2314) - i cui risultati hanno rivoluzionato il trattamento dell'insufficienza cardiaca e nel quale siamo stati il centro in Italia con il maggiore numero di pazienti arruolati - e lo studio Beta3_LVH (Horizon 2020) che è un progetto della Comunità Europea rivolto a pazienti con cardiopatia strutturale nel quale siamo l'unico Centro in Italia a partecipare.

Qual è l’aspetto del suo lavoro che apprezza di più?
La libertà: è una professione in cui vi sono margini per organizzare al meglio la propria giornata. Gli aspetti più positivi sono vedere i pazienti soddisfatti dopo le visite e contribuire nelle ricerche al conseguimento di risultati impor-tanti per la salute dei pazienti. Lavorare in FROM offre diversi benefit. Grazie ai corsi di aggiornamento ho un supporto continuo e accedo facilmente a tutte le novità normative. Inoltre posso confrontarmi con i Colleghi che lavorano in Oncologia, Ematologia e di altri reparti. Ci incontriamo spesso e ci scambiamo informazioni ed esperienze.

Quale consiglio darebbe a uno studente che voglia fare questo lavoro?
Di fare un corso sulla ricerca clinica, oggi ce ne sono tanti. Si può trovare occupazione nelle case farmaceutiche, ma lo sbocco lavorativo migliore è in ospedale e nei centri di ricerca clinica.



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